Il mitico Yuri Gagarin atterra a Trento

image 5 Апреля 2016
Era il 12 aprile del 1961, quando il cosmonauta russo Yuri Gagarin compiva il primo volo dell’uomo nello spazio, una tappa fondamentale non solo nella storia delle conquiste spaziali ma per tutta l’umanità. Come disse lo stesso Gagarin, “se l’umanità non avesse mai guardato alle stelle, oggi vivremmo ancora nelle caverne”.
Il 2 aprile nel Museo dell'Aeronautica Gianni Caproni, presso l'aeroporto di Trento, si è tenuta una cerimonia per commemorare i 55 anni di questa impresa. Per l'occasione è stato scoperto un busto di Yuri Gagarin, opera dello scultore russo, Aleksej Leonov.

Alla cerimonia hanno preso parte Aleksandr Nurizade, Console generale della Federazione Russla a Milano e Roberto Battiston, Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, da poco tornato dal cosmodromo di Bajkonur, che ha gentilmente concesso un'intervista a Sputnik Italia:
- La corsa nello spazio iniziata con fini politici e militari è diventata, attraverso le complicate evoluzioni della storia, un viaggio di uomini che cooperano insieme per studiare lo spazio. La Stazione Spaziale Internazionale è diventata la casa di astronauti provenienti da diverse nazioni che sulla Terra sono spesso in competizione se non addirittura in confronto. Ma a 400 km dalla terra ad una velocità di 28.000 km all'ora la collaborazione non può mai mancare.
Professor Battiston, qual è l'importanza della cooperazione fra Italia e Russia nel settore spaziale?

- La nostra collaborazione dura veramente da molti anni. Tutte le volte che noi lanciamo un astronauta che raggiunge la Stazione Spaziale Internazionale, molto spesso viaggia su una Soyuz. Avendo noi avuto parecchi astronauti, sette in tutto, di cui quattro ancora in servizio, abbiamo spesso utilizzato la Soyuz per andare o tornare dalla Stazione Spaziale Internazionale. Inoltre, insieme ai colleghi russi, abbiamo sviluppato varie missioni per l'esplorazione dell'universo mettendo assieme strumenti sofisticati per osservare galassie lontane, o stelle, o altri fenomeni d'interesse astrofisico con programmi iniziati anche dieci o vent'anni fa.
Per il futuro abbiamo in cantiere la partecipazione a un plate chiamato "Millimetron", che è un grande rivelatore per osservare la radiazione cosmica di fondo del big bang. Questo grazie alle tecnologie italiane messe nel piano focale da una grande antenna espandibile ottimizzata per le radiofrequenze caratteristiche dei segnali che vengono da molto lontano nel cosmo. Stiamo discutendo anche di altre possibilità.
- Sempre riguardo ai programmi futuri, si sente spesso parlare di Marte, quali sono i progetti verso questo pianeta?

- Per Marte abbiamo una grande collaborazione con ExoMars (una missione di esplorazione robotica del pianeta n.d.r.), nel suo primo lancio Roscosmos ha messo a disposizione un Proton, un grande missile che ha lanciato la navicella che ora sta viaggiando verso Marte. Rimetterà a disposizione un altro Proton nel 2018. L'ambizione del programma ExoMars è veramente importante perché assieme all'Europa anche la Russia, per la prima volta atterrerà su Marte. Viste le complessità della missione, in questo particolare caso Europa e Russia sono alleate per vincere le difficoltà nel raggiungere tale obiettivo. Nella missione del 2018 avremo un Rover, il mezzo che dovrà spostarsi sulla superficie del pianeta, sul quale, tra i vari strumenti a bordo, ci sarà un trapano che perforerà in profondità la superficie marziana. Quindi molto di più di quello che si è potuto fare fino ad ora, per ora solo pochi centimetri, per cercare se in profondità, sotto la superficie, con l'acqua, che sicuramente c'è, ci siano anche tracce di qualcosa da poter essere ricollegato alla presenza di vita passata.

Quando è stata abbassata la copertura ed è stata scoperta la scultura del volto di Gagarin, Nadežda Kuljatina, presidente dell'associazione culturale "Russkij Dom" di Trento, che ha ideato e organizzato l'evento, non ha potuto non ricordare i suoi ricordi di quel tempo:
Dal suo primo volo nello spazio, il sorriso di Gagarin ha illuminato la nostra vita. Da quel momento abbiamo iniziato a vivere con altri pensieri, con altri sogni. Sogni che hanno fatto crescere un'intera generazione.
Il console russo Aleksandr Nurizade ha sottolineato:
Dal 12 Aprile del ‘61 è cominciata l'esplorazione dello spazio: la prima volta che l'uomo è uscito nello spazio, la prima volta che l'uomo ha iniziato a palpare realmente lo spazio, a vedere lo spazio. Vorrei però sottolineare un altro aspetto molto importante: oggi ci rendiamo perfettamente conto che per aprire questo spazio agli uomini servono sforzi comuni tra russi, americani, cinesi, europei, italiani. Dobbiamo lavorare tutti insieme, è uno sforzo che non può essere compiuto da un solo Paese. Questa è la vera "diplomazia dello spazio".
L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.


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